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LA DEMOCRAZIA AMERICANA SUSCITA AMMIRAZIONE  E……..UN PO’ D’INVIDIA

 

Ho tifato per Barach Obama, che vincendo è chiamato a guidare, per un altro quadriennio, gli Stati Uniti d’America;  tra gli applausi e nell’euforia dei suoi sostenitori ha promesso che “il meglio deve ancora venire” aprendo ancora una volta il cuore dei connazionali alla speranza che il “sogno d’America” si trasformi in realtà.

Per questo risultato ho provato viva soddisfazione, nella quale va inclusa l’ammirazione per Romney, l’avversario perdente che riconosce la sconfitta e telefona ad Obama per augurargli ogni bene.

Ieri notte, con la rielezione di Obama, la democrazia del multiculturale e multietnico popolo americano ha suscitato in tanti di noi rispetto e invidia: dopo una competizione dura, senza risparmio di energie, l’unità nazionale degli USA è parsa rafforzata , al di là della sostanziale divisione in due dell’elettorato americano.

La ventata di ottimismo sollevata dall’appassionato discorso di Obama può valicare i confini della grande America e diffondersi in tutto il mondo a partire dal vecchio continente europeo, che deve saper uscire dalla crisi che l’assedia e ne soffoca la crescita.

Il presidente Obama torna alla Casa bianca “più forte e più ispirato di prima”, ma c’è da augurarsi che questa forza e questa ispirazione possano essere trasmesse ad altri, oltre l’America,  affinché  si comprenda – per usare alcuni suoi concetti – che il compito del cittadino non finisce col voto, che scuola e università  devono essere accessibili a tutti in quanto favoriscono la crescita di ciascuna persona, che bisogna ridare valore alla politica come servizio di tutti e per tutti al fine di superare le disuguaglianze e realizzare una vera giustizia sociale.

Auguri al presidente Obama mentre li riformulo a Crocetta presidente della Regione Siciliana.

Perché questo collegamento? E’ sfuggito al mio controllo e me ne scuso.

Mi sono dichiarato tifoso di Obama perché non sono americano, ho votato per Crocetta quale siciliano che si è recato alle urne.

Pur tenendo in debita considerazione l’incomparabilità delle due presidenze, mi auguro che la mia soddisfazione – con riferimento alla sola intensità – sia, in futuro,  alta  rispetto ad entrambi, con riguardo ai discorsi , alle scelte e ai risultati di ciascuno.

Con sincerità l’augurio è insidiato da dubbi, ma – come Obama – prego Iddio che i sogni buoni e belli diventino realtà.

 

Rino La Placa

 

 

 

 

 

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