Vincenzo Noto

 

 

 

VISITA DEL PAPA. PERCHE’  TANTE POLEMICHE?

 

 

Non offrono uno spettacolo edificante né gli amministratori che si rimpallano le responsabilità su chi è in ritardo nell’organizzare la visita di Benedetto XVI a Palermo per domenica 3 ottobre, né quanti alimentano pettegolezzi sui luoghi degli incontri con i fedeli o su chi deve affrontare le spese che oggettivamente ci sono. Palermo e la sua classe dirigente, non soltanto politica, danno ancora una volta una brutta immagine di sé, della propria mediocrità rischiando di perdere una grande occasione per una adeguata riflessione sulla propria identità e sulla propria capacità di viverla concretamente.

E’ chiaro che tutto quanto la Chiesa palermitana e le Chiese di Sicilia hanno vissuto in questo anno di attesa e di preparazione non può essere trascinato in discussioni da trattoria perché si opera a livelli molto diversi. Ma tante discussioni sembrano il segno più vero della mediocrità e del degrado che questa città ha raggiunto negli ultimi anni, della sua incapacità a pensare e a pensarsi in maniera più elevata, e, purtroppo,dei suoi limiti a costruirsi un futuro diverso come la sua storia e la sua collocazione geografica farebbero pensare.

Quando nel 1982 il cardinale Pappalardo diede, nel corso dell’omelia a conclusione della processione in onore della santa patrona Rosalia, la notizia che  Papa Wojtyla sarebbe venuto a Palermo il 20 e 21 novembre tutti, ma proprio tutti, dai giornali ai dirigenti dei partiti dagli amministratori degli enti locali ai politici siciliani che sedevano in parlamento, si sono espressi in termini che aprivano il cuore alla speranza. E l’avvenimento fu poi vissuto con un entusiasmo straordinario anche perché nel frattempo c’era stata l’uccisione del prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa e tutti hanno guardato alla visita del Papa come ad una grande occasione di risurrezione. E’ ovvio che i tempi e le circostanze sono molto diverse, ma per la comunità cristiana e, certamente anche per la società civile, la visita del pontefice rappresenta un momento particolarmente significativo nella vita di una città ridotta ai margini  del dibattito culturale, economico e politico del paese.

Farsi prendere la mano dai costi economici o dai posti da scegliere per gli appuntamenti con il Papa (ovviamente si tratta sempre di problemi molto importanti), sarebbe fuorviante rispetto al significato di questa presenza a Palermo e del bene che tutta la città ne può ricavare. E non soltanto la parte cattolica. Ovviamente questo fatto non deresponsabilizza quanti hanno poteri decisionali a fare le scelte migliori anche su consiglio dei cittadini. Ma , per favore, prepariamoci ad incontrare il papa per l’alto significato umano, civile e religioso che questo importante appuntamento rappresenta. Il resto è mediocrità e provincialismo

 

Vincenzo Noto

 

 

 

progetto: SoMigrafica 2009