Vincenzo Noto

 

 

Il futuro della politica? Posare gli scudi e prendere la croce

 

La scorsa domenica per un cristiano non è stato un giorno qualunque ma  la festa di Cristo Re, una festa solenne. Questa mi ha fatto pensare: si dice che l'introduzione di questa solennità da parte di Pio XI fosse la risposta della Chiesa ad un Europa totalitaria in preda a regimi fascisti e comunisti che pretendevano di soggiogare il singolo, la persona, alla totale sottomissione allo stato, al despota e alla sua cricca.

Ma il messaggio di Cristo è liberante! Alla faccia di chi associa il concetto di religione (che in se non ipso facto il messaggio di Cristo: infatti Egli predica un culto in Spirito e VERITA') a quello di una droga che assuefà e stordisce, stornando l'attenzione dalla lotta politica (di classe o meno) verso un iperuranio regno, un fascio di speranze e illusioni che spoglia l'uomo di una qualsiasi volontà di rivalsa verso l'oppressore per essere manipolato ad uso e consumo di chi comanda.

Esso è liberante proprio  perchè semina “un regno” su questa terra che ha un suo frutto certo in futuro verso cui tutti ci incamminiamo volenti o nolenti.

Purtroppo, ahimè,  il messaggio di Cristo è lontano da noi, perchè viviamo in una dittatura del quanto basta, della pensione minima, del lavoro nero, sottopagato ma almeno lavoro! Una dittatura dell'oppio, stavolta non religioso, ma fatto di televisione, discoteche, birra, pub, sesso e droghe, ma anche di grandi discorsi, convegni, movimenti che eccitano le masse per poi deludere sistematicamente.

E i Cristiani? I sommamente liberi? I martiri della fede e della giustizia? Dove stanno? Forse dovremmo pensare che il Crocefisso non è più il Signore dei cristiani nonostante il gran baccano di sedicenti tali? “Forse”, e forse non è neanche il mio Signore! La verità è che arranchiamo, vivacchiamo, preghiamo quando abbiamo bisogno e deludiamo noi stessi, Dio e gli altri quando potremmo fare la differenza, soprattutto nelle piccole cose.

E la politica è fatta di piccole cose per la maggior parte delle persone: è fatta da un voto, dato secondo coscienza per il bene di tutti e non per un favore personale,  e fin qui non c'è da rischiar nulla, se non la propria onestà! Per uno che fa il politico di professione, invece, in terra di Sicilia come altrove, essa è un percorso tortuoso in cui si debbono fare scelte grosse per sè e per gli altri. Un percorso in cui sembrerebbe essere costretti a giocare un gioco fatto di regole sporche, di interessi di potenti e interessi di piazza,  interessi personali  e solo in ultimo di interesse comune, di tutti. In questo percorso di vita si è costretti a scegliere quale signore si vuol seguire: Dio o mammona?

Ma io ci credo ancora, io Credo nel messaggio, io Spero nel Dio e nell'Uomo, io Amo, io voglio riuscire a vincere me stesso e sacrificarmi per Amore. Sono certo: così anche altri sono con me e prima di me. Il messaggio di Cristo è liberante: si, è vero, ma è in salita verso il Golgota e nel Golgota trova la sua libertà. Nessuno ci può costringere a non dire, fare ciò che è vero e giusto o a dire, fare ciò che è sbagliato, falso. Il cristiano sia che faccia il ciabattino sia che faccia il governatore del mondo ha dato tutto ciò che è suo, dalle cose materiali all'intera sua volontà a Dio, e niente può essergli tolto, nemmeno la sua vita, perchè non gli appartiene più. Il battezzato è morto a se stesso, è morto al peccato, e vive per la Giustizia e l'Amore, per Dio e per gli uomini...

La politica, anzi la società intera, vive una situazione di peccato (nel senso che è distante dalla giustizia e dalla verità e pertanto è distante da Dio). Giovanni Paolo II parlava in questo senso di struttura di peccato che “ son sempre collegate ad atti concreti delle persone, che le introducono, le consolidano e le rendono difficili da rimuovere. E così esse si rafforzano, si diffondono e diventano sorgente di altri peccati, condizionando la condotta degli uomini”(Sollicitudo rei socialis, 36). Calcoli politici, scelte economiche imprudenti o deliberatamente insensate per favorire ora quel dubbio personaggio, ora se stessi, non possono che essere queste le cause della vera delinquenza impunita che strangola il paese, la regione, il comune, il cittadino. “Forse” dopo Puglisi tutti si riempiono la bocca di belle parole, e pochi altri si spendono efficacemente per un società migliore, eppure nascosti ci sono.

Un futuro? Se un futuro ci sarà potrà venire solo da persone che come coloro che appartengono davvero a Cristo, non guarderanno a compromessi privati, e non faranno favori a nessuno. Verrà da coloro che sceglieranno l'onestà e la giustizia anche a costo della vita con forza e soprattutto con fede.

Alternative? Dittatura e guerra civile, o peggio ancora: l'assuefazione all'iconocrazia: alla politica dell'immagine ed al suo impero di bugie e falsità.

 

Riccardo Incandela

 

 

progetto: SoMigrafica 2009