Vincenzo Noto

 

 

PRIMARIE A PALERMO, MA CHI HA VOTATO ?

 

Fabrizio Ferrandelli, il giovane vincitore (per pochi voti sulla Borsellino) delle primarie che hanno visto a Palermo l’affluenza di trenta mila elettori per scegliere il candidato a sindaco del Pd e non solo, esulta ma ha scatenato una vera guerra psicologica all’interno di una sinistra che di questa guerra non ne aveva proprio bisogno. Nel Pdl è data per scontata la candidatura del presidente dell’Ars, Cascio, mentre il Centro mantiene Costa ed altre formazioni politiche annunciano candidati molto vicini all’anonimato.

Probabilmente la vera candidatura che potrà interessare gran parte della sinistra, e altri settori della città, è ancora dietro l’angolo. Sono in molti a chiedersi che cosa farà Leoluca Orlando che della Borsellino è stato grande elettore, e già alcune sue dichiarazioni di non accettazione della candidatura Ferrandelli fanno pensare ad una sua “provvidenziale” discesa in campo per evitare fratture all’interno della galassia sinistra che ridarebbero Palermo in mano ad un centrodestra che con Cammarata ha governato male e non si aspetta nulla di buono dalla consultazione elettorale.

Ferrandelli sa che non può portare il PD unito alle elezioni e che, anche se il Partito Democratico riuscisse a comporre i propri dissidi interni, non avrebbe la forza di farlo eleggere alla carica di sindaco. Ci vogliono altri spessori politici e altre storie per concorrere con qualche prospettiva di riuscita alla carica di primo cittadino in una Palermo al centro sempre della attenzione nazionale. Ciò non significa che i giovani aspiranti sindaci non devono nutrire speranze ma, purtroppo, in questo momento devono sapere accettare altre logiche se realmente si vuole il bene della città e non ci si lascia guidare soltanto dall’autoaffermazione. Fare l’assessore o il consigliere comunale è sempre un servizio reso alla collettività in un ruolo di responsabilità.

In questo momento tutto fa pensare che Orlando sta riflettendo seriamente se  candidarsi o meno a sindaco di Palermo dopo averlo fatto per molto tempo ed anche abbastanza bene. Probabilmente non ci sono più le condizioni politiche e culturali per una nuova primavera palermitana che porti la città al centro dell’attenzione della cultura e della politica non solo nazionale. Ma non si può lasciare Palermo alla deriva…

 

Vincenzo Noto 

 

 

 

 

progetto: SoMigrafica 2009