Vincenzo Noto

 

 

C’E’ DA PURIFICARE L’ARIA

L’Italia è avvolta da una spessa nube di aria moralmente inquinata prodotta, in gran parte, da chi dovrebbe vigilare perché i cittadini vengano governati correttamente.  E i vescovi finalmente, per bocca del presidente della Conferenza episcopale, Angelo Bagnasco, denunciano la gravità della situazione chiamando con nome e cognome il responsabile di una vita pubblica italiana a livelli moralmente bassissimi.

Più volte, nel nostro piccolo, avevamo denunciato l’assenza di una voce autorevole della chiesa italiana su quanto di immorale si verifica nel nostro paese per opera di chi ci governa. Finalmente questa voce si è fatta sentire e in modo molto chiaro ed inequivocabile. Chiamando le cose con il loro nome e cognome e individuando in maniera molto circoscritta il responsabile di questa situazione che non fa onore all’Italia. Ma ovviamente lui, Berlusconi, continua a dire che non si dimetterà mai, che ha i numeri per governare, che ha preso provvedimenti che hanno salvato il paese. Ma gli italiani, al di là delle escort di palazzo Grazioli o della villa di Arcore, per che cosa dovrebbero ricordare un presidente che ha processi in corso dovunque, che tratta i magistrati con arroganza e disprezzo, che invita Lavitola alla latitanza, che da soldi ai Tarantini conosciuti e no? Il livello di molti ministri che parlano in sua difesa non appare molto più elevato del suo e il livello di consenso degli italiani, secondo i sondaggi diffusi settimanalmente da Enrico Mentana su LA7, diminuisce sempre di più.

I vescovi invitano ad un sussulto di dignità che, però, è inutile aspettarsi da Silvio Berlusconi. Ed allora, perché tutti i deputati cattolici del PDL non prendono sul serio la parola dell’episcopato italiano e dimostrano con la loro coerenza al capo che il tempo della ricreazione è finita e che può benissimo ritornarsene al suo lavoro di imprenditore o godersi il meritato riposo dopo le fatiche a cui si sottopone, per sua ammissione, a palazzo Grazioli?

Purtroppo certe forme oggettive di collaborazione sono molto più gravi di quanto non appaiano all’esterno e sono moralmente riprovevoli quanto i comportamenti del capo. Quello che i vescovo hanno detto in apertura dei lavori del Consiglio Permanente, vale sì per Berlusconi, ma vale anche per i suoi ciechi sostenitori.

 

Vincenzo Noto

 

 

 

 

progetto: SoMigrafica 2009