Vincenzo Noto

 

 

QUALE SINDACO PER PALERMO

 

In vista della successione a Diego Cammarata, sindaco anonimo di Palermo, uscente non solo per sua volontà, vengono avanzate proposte su proposte molte delle quali durano l’arco di una giornata perché nascono soltanto nelle proprie segreterie politiche e sono appoggiate bene che vada da familiari ed amici.

La proposta più autorevole ed anche più significativa per una città che è chiamata a ricostruire la proprie identità è quella del PD che candida Rita Borsellino ormai decisa ad accettare nonostante che Orlando continui a far trapelare che lui in lizza ci sarà quantomeno alle primarie. Palermo ancora non riesce ad uscire dal già visto ed anche la stessa candidatura della Borsellino è troppo legata ad avvenimenti tragici vissuti con la strage di via D’Amelio. Il passato sembra perseguitare Palermo che invece avrebbe bisogno di nuovi personaggi politici (sempre che siano in grado di amministrare), di proposte strettamente collegate all’evoluzione dei tempi, di programmi in grado di immaginare una città europea capace di sedersi al tavolo delle trattative internazionali. Orlando in questo era riuscito molto bene e con la sua esperienza potrebbe aiutare qualche giovane di talento pronto a spendere le sue energie per una città che non sempre merita questi sacrifici.

Anche dietro le sigle della società civile e di raggruppamenti vari che in qualche modo fanno capo ai gesuiti del Centro Arrupe spesso si nascondono particelle di partiti impazzite o con poco consenso nelle strutture organizzative e, per questo motivo, non tutto ciò che si presenta come società civile merita di stare al centro dell’attenzione politica.

Amministrare Palermo non è una cosa semplice soprattutto dopo diversi anni di non amministrazione e di latitanza dei vertici istituzionali, ma non per questo bisogna perdere la speranza di individuare persone capaci di ridare entusiasmo ad una comunità sostanzialmente mortificata. La componente cattolica della città, molto forte e diffusa, è in grado di avanzare proposte concrete e capaci di aggregare il necessario consenso? Molti elementi fanno pensare che si andrà avanti in ordine sparso. Gruppi più o meno organizzati, anche per acquistare visibilità o un peso nella divisione del potere reale, inviano comunicati alle redazioni dei giornali, ma molto spesso mancano di reale consistenza rappresentativa all’interno della società. Le primarie, sempre che non siano manovrate da tecnici degli imbrogli, potrebbero essere uno strumento utile per individuare le candidature più prestigiose almeno nell’ambito della sinistra. La destra di primarie non ha bisogno nello stile del suo fondatore che si ritiene il primario e l’unico in tutto ed ha trasmesso questa presunzione ai suoi seguaci.

 

Vincenzo Noto

 

 

 

 

progetto: SoMigrafica 2009