Vincenzo Noto

 

IL RICORDO DI UN 2 NOVEMBRE

 

Il 2 novembre di parecchi anni fa intraprendevo un breve viaggio per raggiungere Agrigento dove avrei dovuto presentare i documenti relativi alla mia assunzione presso l’azienda dove avrei cominciato a lavorare esattamente un mese dopo e nella quale resisto, nonostante tutto, sino ad oggi.

A bordo di una gloriosa Fiat 500, io ed un mio amico che aveva accettato di accompagnarmi, impiegammo oltre due ore e mezzo, per coprire quel centinaio di chilometri di strada le cui condizione non erano certamente peggiori delle attuali, visti gli incidenti che ancora vi si registrano.

Fu un viaggio singolare in cui il tempo trascorse lungo la conversazione di due ventenni alle prese con gli studi non ancora conclusi, le prime prospettive di lavoro ed i rapporti con le ragazze.

Ricordo quel viaggio perché avvenne in un giorno particolare; allora, infatti, era tradizione che il Venerdì santo ed  il “giorno dei morti” radio e televisione si astenessero dal trasmettere spots pubblicitari (il mitico “carosello”) e in luogo della c.d. musica leggera inondassero l’etere con la più sobria musica classica, maggiormente adatta a favorire la riflessione sul significato di quelle giornate particolari caratterizzate dalla memoria del grande mistero della morte, quella di Cristo e quella degli uomini.

Stamani, ripercorrendo il tragitto che mi porta al lavoro, mi sono chiesto cosa resta dell’atmosfera di quella giornata, non lo nego, un po’ funerea, ma certamente molto meno amorfa di quelle odierne in cui, temo, neppure il ricordo di coloro che non ci sono più riesce ad affrancarci, almeno per un giorno, dalle quotidiane incombenze.

 

Salvatore La Mantia

 

 

 

 

 

progetto: SoMigrafica 2009