Vincenzo Noto

 

 

 

…SANTITA’ DICA QUELLO CHE PENSO IO…

 

 

Le transenne sembrano le grandi protagoniste della prossima visita del papa a Palermo domenica 3 ottobre. Sappiamo tutto di loro: da quante ne occorrono per coprire l’intero tragitto che percorrerà la papamobile, a quanto costa il loro affitto, al minuto secondo di quando viene firmato l’accordo con la ditta che vince l’appalto…

E di tutto quello che le comunità parrocchiali, gruppi, associazioni e movimenti stanno organizzando per prepararsi all’incontro con il Pastore della Chiesa universale? Nulla. Nessun giornale che tenti di discutere con i fedeli sulle aspettative di un incontro che non è importante per i grandi numeri o per la macchina organizzativa. E quando lo si fa si vanno a cercare i soliti contestatori di tutto e di tutti tranne che di se stessi che sono grati a chi offre loro qualche momento di gloria. E pensando proprio di accrescere la propria gloria si scatenano a dare suggerimenti al papa su quanto dovrebbe durare la sua visita, chi dovrebbe incontrare, come dove e quando e pure che cosa deve dire. In fondo non è giusto che il Pastore dica ciò che realmente interessa la sua comunità? E’ proprio quello che è avvenuto per ogni visita che il papa ha fatto in Italia o all’estero e che è anche accaduto a Palermo e in Sicilia con le visite di Giovanni Paolo secondo.

La Santa Sede suole chiedere alle comunità ecclesiali (non agli opinionisti dei giornali) notizie sulle loro attività, gli impegni pastorali, i problemi del territorio nel quale operano, le prospettive e i programmi delle diocesi e quanto è utile a conoscere bene il posto nel quale il pontefice si appresta ad andare. E se tutto questo viene fatto regolarmente per tutte le parti del mondo non si capisce perché non dovrebbe essere fatto per Palermo e la Sicilia. Che nessuno pensi che se le informazioni non vengono chieste a noi vuol dire che il Papa è disinformato! Un poco di umiltà farebbe bene a tutti, soprattutto  a chi crede che la terra gira intorno a lui e che anche il Papa gli deve rendere omaggio. Meno male che le comunità ecclesiali danno la giusta importanza ai criticoni di sempre, cioè nessuna, e lavorano nella pazienza e nell’umiltà preparandosi ad accogliere con grande devozione ogni parola del Pastore per poi attuarne le indicazione con una vita personale esemplare sotto ogni punto di vista ecclesiale e civile.

 

Vincenzo Noto

 

 

progetto: SoMigrafica 2009