Vincenzo Noto

 

 

Discernere ovvero scegliere bene

 

A proposito delle elezioni per il sindaco di Palermo, è possibile scegliere bene?

Non si vuole giocare con le parole , ma la situazione determinatasi e cioè le candidature annunciate sono in grado di creare in ciascun cittadino elettore l’imbarazzo della scelta per la chiarezza convincente dei programmi dei singoli candidati e per la credibile autorevolezza politica e di competenza  amministrativa degli stessi?

Mi è capitato di sentire tante opinioni inclini alla non scelta, all’astensione non certo per viltà civica o per colpevole ritrosia partecipativa.

Se dovesse crescere l’astensionismo, risulterebbero evidenti le responsabilità dei partiti e di tutte le articolazioni associative della comunità palermitana.

Vi sono candidati giovani, di cui alcuni poco più che trentenni, e un candidato vecchio o antico, già in lista per il consiglio comunale nel 1980 e sindaco per circa un decennio.

I giovani dovrebbero avere dalla loro la freschezza generazionale e, augurabilmente, la novità delle idee e dei comportamenti, l’anziano l’esperienza; comuni a tutti dovrebbero essere l’entusiasmo e l’amore per la città.

E’ veramente così?

Non voglio negarlo per un sentito rispetto dei vari protagonisti né ho elementi che mi inducono a farlo oggettivamente.

Francamente ho, però, difficoltà a credere che sia così, anche se certamente proverò a indovinare , voterò e sceglierò sulla base di pochi elementi di discernimento.

Devo riconoscere, purtroppo, che neppure l’ottimo e concettoso documento della Curia mi aiuta a compiere il discernimento necessario e auspicato perché gli orientamenti del magistero hanno ovviamente bisogno di storicizzazione e cioè devono incontrarsi con le situazioni concrete nelle quali ciascuno deve scegliere.

Per tanti la scelta, se vuole essere autonoma e responsabile, si presenta difficile e alla mia osservazione non si configurano suadenti esempi per l’imitazione.

Guidare la civica amministrazione di Palermo, oggi ossia nelle disastrate condizioni in cui la città viene percepita e in cui realmente si trova, dovrebbe far tremare le vene e i polsi a chiunque, giovani o anziani.

Presentarsi agli elettori con alterigia e sicumera, con atteggiamenti scontrosi verso gli avversari mentre si elude il confronto reale sui tanti gravi problemi e sulla loro soluzione, è un pressappochismo inaccettabile e inconcludente.

Sono una persona schierata culturalmente e politicamente, che conosce le difficoltà dell’impegno e del coinvolgimento, ma tutto ciò non attenua il disagio nell’osservare gli accadimenti senza sentirmene estraneo mantenendo la voglia di una civile attiva partecipazione.

 

Rino La Placa

 

 

progetto: SoMigrafica 2009