Vincenzo Noto

 

 

TRA “ZAVORRE” E ABUSI-SPRECHI DEL POTERE

E’ arrivato il tempo di unirci

 

Sto leggendo in questi primi giorni di avvento due libri che consiglio a tutti. Il primo “Educare alla giustizia” di mons. Giovanni Nervo (ritengo sia una delle persone più preparate e capaci in Italia) e il recente testo “La zavorra. Sprechi e privilegi nello Stato libero di Sicilia” di Enrico del Mercato ed Emanuele Lauria (due giovani competenti giornalisti meridionali). Due volumi che ci spingono a cambiare definitivamente “rotta” come cittadini italiani, responsabili del presente e del futuro della nostra Nazione. E’ sicuramente vero che il nostro Paese – come ha scritto l’antifascista Vittorio Foa – ha una fondamentale “zavorra” ( = pesi introdotti nella parte più bassa di una gru o di una nave per assicurarne la stabilità; in senso figurato è invece una cosa completamente inutile, che è solo di ingombro) da cui non riesce a liberarsi mai e che si ripropone spesso in differenti momenti storici: « È lo scetticismo di larghi strati della popolazione. È l’annosa consuetudine ad attendere che tutte le decisioni vengano prese dall’alto, è l’acquiescenza, la sopportazione, il piccolo e mediocre opportunismo da attesa. Questa zavorra è, in una parola, l’inerzia politica e la sfiducia nella libertà». Sicuramente oggi per guarire dal “malessere” profondo nei confronti delle istituzioni pubbliche è necessario far riscoprire che lo Stato ed i suoi organi territoriali devono essere concretamente al servizio di tutti, a difesa di chi lavora onestamente e di chi cerca di lottare costantemente contro la corruzione, le clientele, l’infiltrazione mafiosa e la ricerca illegale del profitto individuale. Risulta evidente – ci insegna mons. Nervo nel libro sopraindicato – l’urgenza che è  “nel tessuto capillare della società che si deve sviluppare una maggiore solidarietà”. Don Nervo precisa che “la prima solidarietà non è il volontariato, il lavoro gratuito; la prima solidarietà è di far funzionare bene le istituzioni insieme con tutti”. Una indicazione basilare che da queste pagine vogliamo rilanciare ai tanti - lo spero -che non si ancora sono arresi agli abusi del potere e agli sprechi di denaro pubblico. A coloro che non si sono “venduti” per un piatto di lenticchie o per un “mezzo posto di lavoro” al primo politicante di turno. A coloro che non hanno perso dignità e libertà in qualche “cordata di amici” economico-mafiosa. A coloro che si professano cristiani e quindi pagano le tasse, pagano i contributi previdenziali dei loro lavoratori, s’impegnano a far bene il loro lavoro professionale ed a garantire i diritti (salute, casa, reddito minino e dignitoso) a chi conta meno perché – come afferma la nostra bella Costituzione – “tutti i cittadini abbiano eguale dignità sociale”. La mia proposta – che da qualche anno tengo “nel cassetto” – è quella di invitare a formare un “movimento” di formazione e di azione sociale che miri fondamentalmente alla partecipazione diretta e costruttiva nelle varie istituzioni (dal Consiglio comunale al Parlamento). Un movimento che unisca cittadini di ogni Regione italiana – a cominciare dalla nostra provincia di Trapani – che abbiano a cuore lo sviluppo di tutti.  Un movimento comunitario, realmente democratico in ogni suo aspetto organizzativo, a difesa della nostra Carta costituzionale e della dignità di ogni persona. Un movimento che sia “spazio permanente” di scelte e proposte sociali ed economiche che riportino l’Italia e gli italiani a essere più uniti per affrontare le sfide e le problematiche odierne. Un movimento sempre contro le mafie e le ingiustizie di ogni tipo. Un movimento che ha bisogno della decisione convinta e motivata di chi sta leggendo queste poche righe. Partecipare e incontrarsi positivamente insieme è già l’inizio del cambiamento che desideriamo. Chi è stanco delle “zavorre” e degli abusi dei soliti noti, si faccia sentire. È questo un desiderio personale di formazione e di rinnovamento che auspico sia accolto da molti.

 

Francesco Fiorino

 

 

 

 

progetto: SoMigrafica 2009