Vincenzo Noto

 

 

UN OCCASIONE PERSA?

 

"Che dire, la mia sensazione, ma vorrei anche sbagliarmi, é che Palermo, ancora una volta ha perso l'occasione per imboccare la strada giusta per voltare le spalle al passato e per agganciare il treno che le consentirebbe di fare il salto di qualità. Le candidature espresse da partiti e movimenti non mi sembrano infatti quelle utili "all'abbisogna", piuttosto si iscrivono nel quadro del basso profilo e nel segno, e strano a dirsi per quanti vogliono darsi la patente della novità, della più asfissiante continuità. Senza pretendere di avere la sfera di cristallo, anche i più ottimisti, e fra costoro non metto gli arrabbiati e i fondamentalisti fanatici di questo o di quello che imperversano come sempre in queste occasioni, si rendono conto che la soluzione dei problemi di cittadini, quelli che si possono sintetizzare nell'aspirazione ad una qualità della vita degna di una città che ha la presunzione di essere capitale, non troverà le risposte attese. Qualcuno, con la superficialità che é propria del nostro tempo, obietta che la novità sta nel fatto di vedere tante facce nuove, soprattutto giovani - visi ammiccanti e aggressivi ad un tempo  che ti guardano dall'alto dei manifesti milionari che tappezzano la città - e, magari, guarda con disprezzo l'irrompere sulla scena elettorale del vecchio Orlando. Ma mi chiedo, e dovremmo chiederci tutti, se possa essere definita novità  significativa, almeno in questa vicenda, avere qualche decina d'anni meno o appartenere, perché anche questo viene sbandierato come novità rilevante,  all'altra metà del cielo. No, proprio no ! A mio avviso, chi la pensa così è fuori strada. Ma é inutile piangere sul latte versato e, considerato che i giochi sono fatti,  quella novità che tutti noi, abitanti di Palermo, ci aspettavamo è ancora una volta sfumata, non ci resta che tentare di prevedere cosa accadrà a maggio all'apertura delle urne. A bocce ferme, a mio modesto avviso, non cambierà molto. Nonostante primarie e altra roba del genere "facciata" che gli uomini del centrosinistra, divorato dagli odi interni e dagli anatemi e scomuniche interne, hanno messo in campo, ancora una  una volta il centrodestra, nonostante il fallimento della giunta, o delle giunte, Cammarata si confermerà a palazzo delle Aquile. Ed allora? Cosa potrà fare il sindaco eletto ?  Nonostante i propositi apocalittici della redenzione dei cittadini,  se dovesse essere  naturalmente il Costa, o il programma un poco più realista, se sarà Aricò,  il sindaco eletto non potrà che registrare il proprio fallimento per la difficoltà di andare avanti di fronte ad una condizione di assoluta ingovernabilità dovuta alla distruzione delle risorse utili alla vita ordinaria dell'amministrazione. Il sindaco eletto non potrà infatti contare sull'aiuto del governo nazionale, come ê avvenuto al tempo di Cammarata, le vacche grasse non amano più i pascoli italiani, ma non potrà neppure contare, visto le spaccature verticali e trasversali che attraversano le forze politiche su quel consenso cittadino che può rendere entusiasmante un impegno politico anche difficile. Aspettiamoci il nulla, un nulla aggravato da un contesto economico degradato come non mai, dai disoccupati che crescono esponenzialmente, dagli occupati che non riceveranno più paghe, dal disincanto della gente che con sempre più rabbia confonderà il basso politicume dell'oggi con la nobiltà della politica che, in ogni caso, dovrebbe essere salvaguardata."

 

Hamel

 

 

 

 

progetto: SoMigrafica 2009