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Il vescovo di Cefalù scrive contro halloween

 

Finalmente, anche grazie alla rete si sta sviluppando una germinale risposta culturale alla festa anglosassone di halloween. La festa del diavolo, come viene chiamata in America, sta avendo un enorme successo attraverso il suo aspetto commerciale che ne fa una sorta di carnevale d'inverno. Nella mia esperienza di docente di religione, vedo come questa si va imponendo anche nei posti preposti alla formazione ed alla trasmissione della cultura italiana.

 

Il 29 ottobre il vescovo di Cefalù Vincenzo Manzella invia al suo clero una lettera in cui denuncia  che nella festa di halloween “Vi è una subdola ma quanto mai efficace manipolazione nei confronti della visione cristiana della vita e della morte... [che] minaccia di offuscare la ricchezza spirituale del messaggio cristiano”. Halloween come ricorda mons. Manzella non è soltanto una festicciola per ragazzi ma è la riproposizione in chiave carnevalesca di rituali satanici e neo-pagani.

Su entrambi, che hanno comunque una relazione forte con l'occultismo, spiritismo e quindi anche con satana, fioriscono sette e forum di wikka (una riproposizione della stregoneria in chiave naif).

 

All'esplosione di nuove sette si deve l'impressionante susseguirsi quest'anno di furti di ostie consacrate e vasi sacri a Palermo, a Monreale (dove il vescovo ha imposto di non conservare ostie nelle custodie eucaristiche fino a nuovo ordine), ed in ultimo, la settimana scorsa, a Mazara del Vallo. Le sette, infatti, usano le ostie per compiere atti sacrilegi in dispregio a Cristo riconosciuto come Dio, e come tale odiato.  In questi riti tutto è fatto in modo speculare ed opposto alla liturgia e la religione cristiano-cattolica in onore al diavolo. Se il primo novembre la festa di Ognissanti celebra la salvezza operata da Cristo che, nella sua risurrezione trascina via dagli inferi Adamo e tutti i giusti ed apre le porte del paradiso a tutti coloro che a Lui si affidano, la festa del diavolo celebra i dannati e i diavoli.

I morti ricordati nella festa di halloween non sono i “dormienti” che attendono la risurrezione e la luce della salvezza come nella festa del 2 novembre ma sono gli zombie e gli scheletri: i condannati all'ombra di un'esistenza spettrale.

 

Dopo la semplice denuncia il vescovo di Cefalù propone, forse un po' in ritardo di “trovare proposte pastorali che creino anche un clima di festa alternativo ma coerente ai contenuti della nostra fede senza lasciarsi travolgere dai messaggi ingannevoli di halloween”.

Insomma rispondere sullo stesso piano: se halloween veicola messaggi satanici attraverso un clima carnevalesco allora proponiamo un'alternativa creando un clima di vera festa. Se il primo Novembre è la festa di Ognissanti allora, noi che crediamo nella resurrezione, dovremmo gridare nelle piazze che siamo stati salvati!

 

Eppure questa non è la soluzione più adatta ai nostri tempi: se la gente preferisce una cultura dell'orrore e non una cultura della luce e dell'amore, forse, è perché ha bisogno di qualcosa di più di una semplice festicciola. Forse è il momento che la gente sia accompagnata ad una vita spirituale, di relazione personale vera ed avvolgente con Gesù.

 

Riccardo Incandela

 

 

 

 

progetto: CytyMy