Vincenzo Noto

 

 

IN DEMOCRAZIA LE REGOLE SONO SOSTANZA

 

 

Quando il presidente del senato Schifani, riferendosi al pasticciaccio elettorale del Pdl a Roma e a Milano, dice che bisogna stare più attenti alla sostanza che non alle forme, esortando così la magistratura a soprassedere ai guai nei quali il partito di Berlusconi si è da solo incartato, sa, da uomo di legge e delle istituzioni, di dire una grossa corbelleria. Perché ogni sistema democratico è fatto di regole che, osservate da tutti, alle stesse condizioni, rendono la vita comunitaria possibile. Diversamente si entra in una giungla nella quale il più forte fa valere sempre la propria volontà a scapito di chi non ha nessuno strumento per far rispettare i propri diritti. Ma queste sono cose che ormai imparano anche i ragazzi nelle scuole medie quando frequentano le poche lezioni di educazione civica.

E’ chiaro a tutti che una consultazione elettorale nel Lazio e in Lombardia senza il principale partito di governo in competizione, suona cosa inverosimile e non auspicabile. Ma la soluzione a questo – lo ripeto – pasticcio, frutto di approssimazione, di incompetenza e di superficialità di chi crede che stando al governo può permettersi quello che vuole va trovata nell’ambito delle regole che il nostro sistema elettorale possiede grazie a chi ha saputo, nel passato, legiferare nel pieno rispetto della carta costituzionale oggi sempre più in pericolo, se non in linea di principio, nei comportamenti quotidiani di chi ci governa.

Se le regole stabiliscono un tempo entro il quale consegnare le liste, un certo numero di firme autenticate dagli organi competenti, nessuno, nemmeno il presidente della Repubblica, può derogare ad esse, pena accuse di parzialità, favoritismi ai quali hanno diritto di ribellarsi quanti quelle regole le osservano puntigliosamente.

Purtroppo le vicende di Milano e di Roma, gli attacchi ai giudici e il ricorso alle manifestazioni di piazza come strumento di pressione sulla magistratura, la dicono lunga sulla superficialità e arroganza dell’attuale classe politica. In tutti i centri, piccoli e grandi, si sono fatti avanti dirigenti ed amministratori cresciuti all’ombra del Pdl ( gli uomini di An erano un’altra cosa!) che non hanno  senso dello stato, rispetto per gli avversari, coscienza dei propri doveri  necessari per la vita democratica. Comincia a farsi strada il principio del consenso  popolare che giustifica tutto e tutti, anche le porcate più ignobili. E non è così. Il perché è subito detto: la volontà popolare che si esprime attraverso le consultazioni elettorali è garantita dalla carta costituzionale. Il popolo e chi ci governa, deve innanzitutto osservare la costituzione perché è garanzia di tutti i cittadini e di tutte le regole che il sistema democratico è capace di darsi. E’ garanzia per chi è maggioranza e per chi è opposizione che può sempre diventare maggioranza. Non facciamoci deviare da questi principi sacrosanti e respingiamo le reazioni isteriche di quanti possono essere danneggiati dall’osservanza delle regole. Guardino in casa propria, selezionino più seriamente dirigenti e governanti, puniscano, espellendoli dai partiti, quanti hanno agito con superficialità, ma non pensino di saltare le regole facendo ricorso ad imbrogli o a manifestazioni di piazza che prima o poi si rivelano strumenti dannosi per tutti.

 

Vincenzo Noto

 

 

 

progetto: SoMigrafica 2009