Vincenzo Noto

 

 

RINNOVO DEL CONSIGLIO COMUNE DI MONREALE: BEN 111 CANDIDATI A “ZERO VOTI”

 

«La carica dei 473»  era stato detto, forse con un pò di enfasi... Di sicuro, al momento della presentazione delle liste per il rinnovo del Consiglio comunale, la valanga di candidati – 473 appunto – aveva fatto parlare delle elezioni amministrative dai numeri più grossi che la storia di Monreale ricordi. Giusto per darne la dimensione: un candidato ogni 67 iscritti nelle liste elettorali. Effettivamente uno sproposito!

Oggi, però, quando il «diluvio» elettorale ha già esaurito la sua prima fase, sarebbe forse più giusto parlare della «carica dei 362». Già 362 e non 473. No, tranquilli, fortunatamente nessuno dei candidati è venuto a mancare nel frattempo. Chi più, chi meno godono tutti di buona salute. Non può non saltare all’occhio, però, il fatto che su 473 aspirati consiglieri comunali, ben 111 (leggasi centoundici) non hanno ottenuto nemmeno un voto. Proprio così, dopo lo «zeru tituli» di Josè Mourinho, lo «zero voti» delle amministrative 2009. Volendo essere precisi: il 23,4 per cento dei candidati.

Una “magra” che ha coinvolto ben 13 liste su 16 (escludendo soltanto «Crescere», «Per Monreale – Filippo di Matteo Sindaco» e «Insieme») , passando dall’unico candidato di «Frazioni e Centro» ai ben 27 di «Cattolici per Monreale». E come mai, diranno in tanti?

Possibile che 111 elettori non si siano nemmeno votati in prima persona? E poi: tutti orfani, vedovi, figli unici, soli al mondo o in dissidio esistenziale con se stessi? Sarebbe veramente triste anche soltanto pensarlo.

Ed allora? La spiegazione più plausibile è che ben 111 persone abbiano deciso di fare da portatori d’acqua nei confronti del capolista o di chi per lui, esponendosi ad un cattiva figura, pur di rispondere «obbedisco» agli ordini di scuderia.

Volendoci scherzare un pò su in maniera più pungente, invece (ammesso che ci sia qualcosa da scherzare), ci si potrebbe domandare: ma è sicuro che molti di questi sapessero di essere in lista? In questo caso la tristezza sarebbe doppia, tanto per il venir meno del rispetto delle istituzioni, così grossolanamente messe alla berlina, quanto per la constatazione di quanto facile sia per qualcuno disporre delle scelte elettorali del prossimo. A prescindere da quali siano state le motivazioni, comunque, ritrovare 111 candidati con un tondino nero scritto accanto al proprio cognome nella lunga teoria dei risultati elettorali può essere considerata davvero una sconfitta per la democrazia o senza farla troppo grossa, soltanto per il buon gusto. Sarebbe stato certamente più decoroso presentarsi al via con molti candidati in meno ed evitare questo squallore: impiegati comunali, componenti dei seggi, spazzini e – perché no – anche giornalisti avrebbero sentitamente ringraziato.

 

Enzo Ganci

 

 

progetto: SoMigrafica 2009